Fenomeno cruciale nella storia giuridica di Roma e formidabile
esempio di ingegneria costituzionale1
, il Principato di Augusto è stato
oggetto di importanti studi2
. Altrettanto può dirsi della riforma dei
costumi che il princeps con fatica e tenacia attuò nel quadro della
restitutio rei publicae sin dai primi anni della pace augustea3
.
In questo contesto assume un ruolo fondamentale la legislazione
matrimoniale, con la quale Augusto cercò di orientare i comportamenti
dei cittadini, regolando importanti aspetti della loro vita privata. La
riforma si concretizzò sostanzialmente nellemanazione di due distinte
leges, che videro la luce a ben ventisette anni di distanza luna dallaltra.
Nondimeno la lex Iulia de maritandis ordinibus del 18 a.C. e la lex
Papia Poppaea del 9 d.C., secondo un approccio metodologico astorico
già inaugurato dai giuristi romani, sono state considerate, interpretate e
commentate come un corpo normativo unitario, denominato lex Iulia
et Papia. Sepolte per effetto dellabrogazione disposta, per ragioni
varie di difficile discernimento (ma certamente sotto linflusso del
Cristianesimo), dapprima da Costantino, che ne lasciò in vigore alcune
disposizioni, e poi in maniera definitiva da Giustiniano, le due leges
matrimoniali furono oggetto di un vivo interesse per gli studiosi solo
a partire dal XVII secolo, quando si cercò di procedere ad una loro
ricostruzione principalmente sulla base dei frammenti dei commentari
ad legem Iuliam et Papiam dei giuristi romani conservati nel Digesto.
Ad ogni buon conto, anche dopo la scoperta del Gaio Veronese .....