L'ibridazione dei 'dati personali 2.0' fra beni prodotti dallo spirito umano e merce di scambio dal valore socio-economico ne ha reso particolarmente redditizia la raccolta e le policy registrate nel mercato degli 'scambi dei dati contro i servizi digitali' hanno indotto gli utenti del web, animati dall'erronea percezione della gratuità delle operazioni, all'espressione di consensi condizionati ed inconsapevoli per le più svariate forme di trattamento. Conseguentemente, il trattamento dei dati personali ha vissuto e vive, nella stagione del capitalismo della sorveglianza, il bisogno di rinnovare le tutele garantite ad una cyberpersona sempre più adusa e dipendente dall'impiego delle tecnologie e di Internet, cui si riferiscono dati tecno-liquidi esposti ai pericoli di una circolazione vorticosa e perenne. Nella rete, infatti, l'immissione di dati personali dalla natura polimorfa dà l'abbrivio a dinamiche di trattamento che, oltre l'angustia delle frontiere dello spazio e del tempo, sono in grado di sopravvivere all'evento della morte della persona interessata, rimettendo all'interprete l'analisi di problemi riferiti tanto al trattamento dei dati personali in vita quanto a quello post mortale.