Richiamando (ove occorra, nel Cap. I e nel Cap. V) le sue antiche esperienze di Magistrato, risalenti agli anni 1967-1988, lA. tratta approfonditamente nella realtà operativa del processo al di là di ampie concessioni al mito ed alla fantasia, giustificate da precise ragioni espositive larduo tema dellimparzialità, valore primario senza il cui apporto qualsiasi giudice non potrebbe mai dirsi (o tantomeno sentirsi) tale.
Limparzialità è così essenziale, da condizionare indelebilmente la funzione giurisdizionale, compenetrandosi in ogni altro profilo garantistico del «giusto processo» (ex art. 111, commi 1-2. Cost.). Perciò lindagine sottopone, in quanto possibile, ad una razionale verifica alla luce dei principi costituzionali e con il supporto irrinunciabile delle esperienze di diritto comparato lattendibile consistenza di tutto ciò che, tradizionalmente, confluisce nelletica intima e nel foro interiore del giudice, ossia nella sua profonda e sincera coscienza, quale fonte potenziale di persuasive certezze, ma pure quale origine di drammi e di dubbi angosciosi, che sovente ne turbano il corretto equilibrio decisorio.