Nel Novecento il rapporto tra diritto ed economia ha condizionato grandemente levoluzione del pensiero giuridico americano, a partire da quelle teorizzazioni dellordine del mercato che nel ventennio fra le due guerre mondiali si fondavano sempre più spesso sul ripensamento, o persino sul rifiuto, dellindividualismo. Le soluzioni istituzionali create per far fronte allemergenza bellica, prima, e per rispondere alla Grande depressione, poi, facevano emergere un protagonismo nuovo dello Stato ma anche dei gruppi sociali, che ha condizionato la disciplina della concorrenza e del credito imponendo, infine, una trasformazione dellordine giuridico-costituzionale. Un processo che sinseriva in un contesto culturale popolato sempre più da teorizzazioni ultra-individualistiche e nel quale il corporativismo appariva una riflessione capace di conciliare, invece, iniziativa privata e regolazione pubblica, alimentando così linteresse per il modello fascista, pur lontano dalla tradizione (giuspolitica) e dal contesto (geografico e nazionale) americano. Corporativismo e New Deal possono essere riletti, allora, anche alla luce di questi studi incrociati, i quali, al di là del successo o dellinsuccesso delle diverse soluzioni immaginate, hanno favorito un ripensamento del rapporto diritto-economia capace di condizionare i contorni della nuova «democrazia economica» americana.